Siamo alla fine di un altro anno solare e proseguiamo nella nostra vita professionale. Siamo sempre portati a pensare che tutto scorra lentamente, nella normalità. Ma così non è. Il mio dovere di imprenditore è cercare di capire dove va il mondo.
Sto smettendo di ascoltare i telegiornali, e leggo i quotidiani per “dovere”. Non vi devo enumerare le notizie di ordinaria follia che ci tempestano ogni giorno, unite agli eventi eccezionali, non ultimo l’alluvione che ha rovinato la vita a buona parte della città, e di tanti paesi vicini a Bologna
La nuova normalità climatica, alla quale ci dobbiamo rassegnare, ci dicono, vicina per certi aspetti al negazionismo del cambiamento climatico, ne è un esempio. Ci siamo abituati alla guerra, forse perché lontana. Insomma, trasciniamo il nostro tran-tran facendo finta di niente. Ma il mondo sta cambiando. Io non sono né ottimista né pessimista, cerco solo di essere realista. Da informatico posso solo capire che oggi siamo tutti in guerra, anche se non usiamo le armi: di certo le produciamo, e di certo subiamo e facciamo attacchi informatici. I dati infatti valgono tanto quanto gli impianti di produzione: ecco che i pirati attaccano l’occidente con il quale sono in guerra e questi attacchi sappiamo bene da dove partono. Un po’ come la storia che hanno provato a venderci, che il Covid è stato causato dai pipistrelli.
Nella storia dell’uomo non ho mai visto qualcuno tornare indietro: l’unico primo ministro, di cui ho conoscenza, che si è ridotto lo stipendio, è il Talleyrand: cominciò ad affrontare la crisi da sé stesso. Oggi nessuno credo sia disposto a tornare alla carrozza a cavalli o a firmare una pace senza vincere in qualche modo. E allora?
E allora sappiamo che l’uomo ha sempre ricostruito. Prima o poi ricostruiremo perché vogliamo che la vita prosegua, perché amiamo i nostri figli, nel senso che vogliamo per loro un futuro: forse non sarà migliore del nostro, ma ci sarà. Prima o poi ricomincerà a nevicare, perché la natura, pur se imperfetta, ha sempre avuto dei meccanismi di adattamento. Potremmo evitare i disastri, lo scrissi sul mio blog dopo il crollo del ghiacciaio della Marmolada, ma l’uomo difficilmente torna indietro. Ci vorrebbe una conversione.
Il Natale ci invita a questo, a cambiare direzione, a renderci conto che un’altra strada è possibile, rinunciando tutti a qualcosa per un bene superiore: la vita.
Però so che è difficile, ma in ogni caso l’uomo ha sempre ricostruito.
Poi forse potrebbe accadere che insieme al Gesù che nasce, per chi crede e chi non crede (solo perché non lo ha mai visto), ma che comunque è amato anche senza saperlo, avvenga qualcosa di nuovo. Io lo spero, per il bene di tutti.
La speranza ci accomuna, e la speranza è impegno.
Buon Natale a tutti
Giuseppe Mazzoli
Amministratore Unico di 3CiME Technology
Buon Natale da 3CiME – Gruppo MEET IT
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